IRAN 2008

Un paio di persone a Isfahan m’hanno chiesto che cosa m’avessero risposto i miei amici quando gli avevo detto che andavo in vacanza in Iran.

M’avevano chiesto se ero impazzito, vero? Gli ho risposto che in effetti, qualcuno.. E loro m’hanno detto “e invece hai visto? E’ pericoloso qui’?”

Devo dire in verità che parlando di sicurezza personale l’Iran e’ il posto più tranquillo dove sia mai stato. Ho sempre girato col portafoglio nella tasca posteriore dei pantaloni e non ho mai avuto il sentore di dovermelo togliere da li’, neanche nei bazar affollati che ho visitato. Neanche di notte. Rubare non e’ nella loro cultura mi dicevano. E loro vanno molto fieri della loro cultura, vecchia di 2500 anni. Anche il modo in cui viene visto il turista e’ lontano anni luce dal pollo da spennare come spesso viene visto anche in Italia.

Sono più le volte che una cosa non mi veniva fatta pagare perché’ ero l’ospite, che le volte in cui mi veniva chiesto di più per fregarmi (mai).

In Iran soffrono molto di sindrome da isolamento internazionale: la gente viene a parlare con te per dirti che sei il benvenuto.

In genere la prima domanda che ti fanno e’  “di dove sei?” la seconda e’ “come vedi l’Iran?”.

Nessuno ha un secondo fine, nessuno alla fine della conversazione ti chiede dei soldi o vuole venderti qualcosa. Nessun assillo India-style.

In Iran giri coi mazzi di banconote in tasca che ti senti Rockfeller. In aeroporto abbiamo cambiato 100eur ottenendo 1.300.000rial di controvalore, quasi tutti in enormi banconote da 10.000 (e’ stato sempre così, chissà perché’) per cui le tasche erano sempre gonfie, pur cambiando poco alla volta.

A Teheran, città di 14mln di abitanti, c’e’ un traffico incredibile, poco rispetto di regole tipo precedenze, semafori, strisce pedonali etc da far testamento ogni volta prima di attraversare una strada. Anche se poi impari: ti fai sfiorare la pancia da una macchina, il culo dall’altra e sei di la’. Agli incroci c’e’ il vero caos e ancora non abbiamo capito come mai non c’e’ mai capitato di vedere un ingorgo.

L’aria comunque e’ irrespirabile, la cappa giallastra e’ fissa; Al confronto Milano ha l’aria della val Gardena. Autobus ce ne sono ma il re dei trasporti di superficie e’ il taxi collettivo,,macchine Paykan con emissione gas di scarico corrispondente a euro -14 ce ne sono milioni. Anche le moto offrono il servizio trasporto clienti. Memorabile una corsa in mototaxi (in tre su una moto) con l’autista che non si fermava ai rossi, e quando prendeva i verdi tanto erano gli altri a non fermarsi. 

Però tutto va.

A THR c’e’ anche una metropolitana, bella pulita e funzionale, con il primo e l’ultimo vagone solo per donne.

Le donne meritano un capitolo a parte. La prima impressione che hai quando arrivi e’ di essere capitato in un paese di suore. L’hijab che ti copre la testa (lasciando fuori la faccia) e’ obbligatorio, così come un grembiule, uno spolverino, qualcosa che ti copra le forme fino almeno a sotto le chiappe. In genere il tutto e’ nero, quantomeno per le più religiose che non lasciano fuoriuscire neanche un capello. Le altre sfoggiano foulard a colori, spolverini alla moda, ciuffo di capelli bene in vista e si truccano con maestria. Le donne belle sono belle comunque e l’immaginazione fa il resto.

In realtà sono velate ma non sottomesse. Sono iscritte all’università in numero maggiore degli uomini, non stanno certo a casa a fare la calzetta, sono intraprendenti, vengono a parlare con te (ma non sognarti di dargli la mano), le vedi in 4 in macchina a ridere e scherzare, le attrici famose occupano le prime pagine delle riviste patinate. Come da noi. Solo che sono tutte vestite come S.Rita da Cascia.

Questo per noi e’ difficilmente concepibile ma l’Iran e’ un paese dove forti contrasti e contraddizioni convivono.

La gente critica il governo apertamente, noi ci aspettiamo che lo critichi per queste imposizioni di carattere religioso che ai nostri occhi sono le piu’ evidenti e piu’ intollerabili e loro invece lo criticano per quello per cui lo critichiamo noi: le tasse, i prezzi alti, la disoccupazione, la benzina razionata (che costa 8centesimi al litro ma puoi averne fino a 100 litri al mese, dopodiché mercato nero e la paghi fino a 30cent!!). La religione che vieta questo e quello si, a tanti non va bene ma non sembra un problema cosi’ sentito. Per me invece e’ qualcosa di intollerabile. Se non fossi gia’ libero da condizionamenti religiosi lo sarei diventato di sicuro dopo questo viaggio, per reazione. E’ incredibile quanto la religione invada con prepotenza ogni aspetto della vita dell’iraniano. In tre canali su 4 c’e’ sempre qualche Imam che prega/canta/predica/parla in qualche talk show; Quando c’e’ qualche funzione religiosa gli altoparlanti la bombardano in tutte le strade, i ritratti di Khomeini e Khamenei sono onnipresenti, dal bazar al palazzetto dello sport, sui cartelloni pubblicitari che fiancheggiano le strade, in metropolitana.

 La polizia va in giro a scrutare che le donne siano vestite come si deve, che non ci si scambino effusioni in pubblico o che non vadano in giro da sole con uno che non sia il marito. Da noi e’ venuto un poliziotto troppo zelante in spiaggia, a 2m dal mare a dirci(a gesti) di rimetterci la maglietta perché’ c’erano donne(suore) in spiaggia. Non si trovano alcolici di nessun tipo da nessuna parte, quanto meno legalmente. Esiste pero’ un mercato clandestino, dove lo spacciatore e’ in genere un amico di famiglia e non e’ visto male come lo spacciatore di droga delle nostre parti.

In Iran e’ considerata una cosa immonda soffiarsi il naso; Un po’ come da noi quando il cinese scatarra per terra immagino, questione di diverse culture. Io che, se raffreddato, mi soffio il naso ogni 10min, ogni tanto me ne scordavo; Me lo sono soffiato rumorosamente in metropolitana suscitando lo sguardo inorridito ma anche divertito di tutto il vagone. Anche divertito perché’, gli avrò magari fatto schifo ma sono pur sempre un occidentale e in fondo gli iraniani hanno una grande ammirazione per gli occidentali, anche per gli americani, tranne la cricca al potere. Mentre non nascondono un razzismo per i loro vicini arabi (non hanno cervello) e gli afgani (selvaggi). In Iran, a dispetto di quel che dicono certi miei vicini di casa (faremo costruire le moschee quando si potrà costruire una chiesa in Iran), ci sono un sacco di chiese, usate soprattutto dalla minoranza armena, e anche delle sinagoghe. E’ presente una comunità di ebrei che hanno anche il loro rappresentante in parlamento. Certo Israele e’ odiato e non viene mai nominato così , ma come “lo stato sionista di Israele”.  

Il ns viaggio e’ cominciato a Teheran, qualche giorno per guardarci intorno, capire come funziona e abituarci i polmoni, poi in treno fino a Isfahan, vecchia capitale dell’impero persiano, 400km attraversando un deserto rosso in treno superveloce (ok, tutto e’ relativo) e “very expensive”, l’equivalente di 6euro con tanto di stewards che portavano la colazione agli infedeli come noi che se ne fregavano del Ramadan.

A Isfahan c’e’ la piazza dell’Imam che come grandezza e’ seconda solo a P.zza Tienanmen (almeno così diceva la bibbia lonely planet) ed e’ contornata da moschee bellissime per la cui decorazione ci sono volute decine e decine di anni. Una volta nella piazza ci giocavano a polo, adesso ci abbiamo fatto due tiri a pallone con ragazzini locali. La mia caviglia lesionata da poco non era d’accordo ma avete presente quando vedi la palla che ti rotola vicino??

Un’altra bellezza della città sono i ponti pedonali sul fiume, dove c’e’ lo struscio serale; Ponti composti da decine di arcate illuminate con pedalò a forma di cigno che ci passano sotto con le coppiette.

 M’aspettavo raid di motoscafi della polizia a chiedere il certificato di matrimonio ma questo non e’ successo, almeno finche’  eravamo lì noi..  Su un ponte, memorabile l’incontro col tizio più strano dell’Iran, uno che conosceva Antonioni, Rossellini e Tornatore. Aveva visto Malena (in maniera clandestina ovviamente) 9 volte; Il che, per uno abituato a vedere le caviglie soltanto di madre e sorella, e’ un ripetuto tentativo di suicidio tramite attacco alle coronarie, a mio modo di vedere. Ma lui ci diceva che in realtà le donne non lo interessavano così tanto. Lui pensa a Nietzsche ogni notte prima di addormentarsi e studiava il tedesco per poterlo leggere in lingua originale. Ci ha anche confessato di non credere in Dio, ma ovviamente non può dirlo a casa(né fuori). Prima di lasciarci ci siamo scambiati l’email, il suo e’ ichbinir@…. cioe’ “io sono ir(an)@..”, in tedesco. Che sonato!!

Prosecuzione in autobus per Shiraz, nel tragitto la polizia con l’autovelox ci ha fermato 3 volte, peggio che da noi.

A Shiraz ho conosciuto Mohammad, studente 21enne che ci ha invitato anche a cena a casa sua, serata passata con tutta la famiglia comprensiva di genitori, sorelle, nonna, nipoti, fratello del cognato etc.. In realtà loro avevano mangiato prima perché’ appena l’Imam dà il là, tutti si abbuffano dopo il lungo digiuno giornaliero. Per cui abbiamo mangiato noi 3 per terra sui tappeti in mezzo alla stanza e mi sentivo un po’ come il leone allo zoo nell’ora del pasto.. un po’ osservato insomma. Però il cibo era buono e ho fatto pure il bis. Mohammad e’ venuto con noi a Persepoli il giorno dopo. Persepoli, vecchia di 2500 anni, costruita da Dario il grande e saccheggiata da Alessandro Magno, i cui bassorilievi con gli uomini dalla barba ricciuta mi riportavano alla memoria le prime pagine del libro di storia dell’arte in tempi un po’ lontani. Appena un po’..

A Shiraz arrivavano anche le brutte notizie dal resto del mondo.. La repressione dei monaci in Birmania? beh.. si, anche quello. Ma soprattutto il gol al 92′ in fuorigioco dei soliti gobbi ladri che rubano il derby. Certe cose non cambiano mai, come Persepoli e le piramidi.

Basta polvere, si va al mare. 40min di volo per la bellezza di 19euro inc. tax ed eccoci nell’sola di Kish, nel golfo persico, Dubai in salsa iraniana.

Alberghi di stralusso tipo Las-Vegas, larghissimi viali alberati, mare cristallino e palme, shopping mall giganteschi, residence e bungalow disseminati dappertutto, aeroporto internazionale, pista ciclabile per i 50km di periplo dell’isola, da noi percorsi non senza una certa fatica.. Che manca? Ah si, la gente.

Kish sembra un po’ un’isola fantasma, una Rimini in era post-atomica. Non capivamo se c’era stata un epidemia che aveva fatto scappare tutti o se il progetto non era proprio riuscito come speravano. O se era bassissima stagione. Quest’ultima e’ stata la risposta che ho ricevuto quando ho chiesto. Ho poi domandato quando era alta stagione e mi hanno detto che e’ durante il No Ruz, il loro capodanno , che in realtà dura una settimana (a proposito, in Iran e’ il 1386, secondo il calendario persiano).

Kish al momento sopravvive grazie alla gente che deve uscire da Dubai per rinnovare il visto. E poco altro, tipo 2 improbabili turisti italiani capitati lì per caso.

Durante tutto il viaggio c’ha accompagnato la commemorazione dei “martiri” della guerra Iran-Iraq del 1980-88 quando, approfittando del caos che regnava in Iran a seguito della Rivoluzione di Khomeini, Saddam Hussein ha pensato bene di invadere e prendersi una zona ricca di petrolio (una vera fissa la sua), armato e istigato a dovere dal solito vecchio Grande Satana, a quei tempi erano grandi amici. L’invasione ha risvegliato il gran senso patriottico degli iraniani che gli hanno risposto per le rime e l’hanno ricacciato indietro. La guerra ha fatto 500.000 morti per parte e ogni città in Iran ha non solo i diversi monumenti ai propri caduti di questa che conoscono come “la guerra imposta”, ma anche manifesti enormi con le facce dei “martiri” in giro per le città. Ci sono dappertutto mostre fotografiche, documentari, interviste a veterani, cimiteri a sé stanti sempre pieni di gente, come se fosse finita ieri. 

Da Kish, Iran Air per Teheran, ancora un giorno in giro, con la sensazione di avere la città in mano per l’esperienza che ci eravamo fatti e poi a casa. Ci sarebbe stata anche una capatina in un locale notturno per chiudere in bellezza ma la lonely planet liquida la sezione apposita con una sola parola: “sognateveli”.

In definitiva: di sicuro ho visto posti più belli nei miei viaggi, ma l’Iran e’ uno dei paesi più interessanti in assoluto

Tante cose, divieti e proibizioni ci hanno fatto ridere perché’ sapevamo di essere lì di passaggio altrimenti sarebbero state insopportabili.

Che bella la sensazione provata quando la hostess della Lufthansa con i capelli sciolti in evidenza, appena partiti m’ha chiesto che cosa volessi bere. Le ho risposto timidamente..”ehmm can I have a beer??”

Ella mi sorrise e mi disse: “OF COURSE !!” 

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